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INTRODUZIONE - ACCESSIBILITÁ - DdS & RAI - CREDITI

 

INTRODUZIONE AL SITO

In uno dei suoi testi più emblematici, il romanzo fantascientifico L'Eve future, pubblicato nel 1886, Villiers de l'Isle-Adam introduce come personaggio di fantasia l'inventore del fonografo Thomas Alva Edison facendogli dire:

"Come arrivo tardi nell'umanità! Peccato non essere tra i primi nati della nostra specie! Una quantità di grandi parole sarebbero incise oggi sui fogli del mio cilindro!. . . E quelle parole vi sarebbero registrate con il tono, il timbro, l'accento con cui furono dette e persino i difetti di pronuncia di chi le disse. . . Mi sarebbe stato concesso, per esempio, durante la vedovanza di Adamo, di cogliere e di imprimere, nascosto dietro qualche cespuglio del Paradiso terrestre, prima di tutto il sublime soliloquio "Non è bene che l'uomo sia solo", poi l'"Eritis sicut Dii", il "Crescete e moltiplicatevi", fino alla triste facezia di Elohim "Ecco Adamo divenuto come uno di noi". . . Tutte le frasi importanti dell'uomo e degli dei sarebbero così impresse, indelebilmente, in archivi di rame sonanti e ora parrebbe impossibile il dubbio sulla loro autenticità. . .

Anche tra i rumori del passato quanti suoni misteriosi percepiti dai nostri antenati sono caduti per sempre nel nulla per mancanza di un apparecchio adatto a conservarli! Nessuno ai nostri giorni potrá mai avere un idea precisa del Suono delle trombe di Gerico, del Grido del toro di Falaride, della Risata degli auguri o del Sospiro di Memnone all'aurora. Voci morte, suoni perduti, rumori dimenticati, vibrazioni in moto nell'abisso oramai troppo lontane per essere riafferrate!"

Didascalia fotoPochi anni dopo, nel 1895, insieme al Cinema e al Fumetto, nasce la Radio e il sogno di Edison immaginato da Villiers de l'Isle Adam si è concretato in quell'era radiofonica e fonografica che oramai, dopo più di un secolo di vita, appartiene a tutti noi come esperienza e pratica quotidiana e ha radicalmente rivoluzionato il rapporto di ricezione del messaggio sonoro. La radio e il disco hanno fatto sì che i segnali rivolti alla percezione acustica potessero essere uditi in luoghi e in tempi diversi rispetto al tempo e al luogo della loro produzione consentendo così la formazione di un pubblico completamente nuovo, caratterizzato da questo diverso rapporto di fruizione.

L'antologia di brani, frammenti, citazioni, frasi e battute proposta da Radiomillevoci intende costituire una testimonianza specifica di questo profondo mutamento della potenzialità e quindi sensibilità dell'ascolto e al tempo stesso la memoria di un immaginario sonoro collettivo del quale forse non siamo sempre del tutto consapevoli quando giriamo la manopola della nostra radio. In essa si trovano testimonianze che abbracciano tutto il Novecento fino a spingersi ai giorni nostri, recuperate attraverso i documenti sonori conservati presso gli archivi radiofonici della RAI e della Discoteca di Stato. Si tratta ovviamente di una selezione che non ambisce alla completezza, tenuto conto della straordinaria quantità di voci conservate presso le fonoteche dalle quali è stato attinto il materiale. I criteri di individuazione che hanno guidato la selezione del materiale sono essenzialmente di carattere qualitativo. Si è guardato cioè non soltanto all'importanza del personaggio o dell'evento ma alla varietà del messaggio parlato, alle mille inflessioni e alle mille sfumature che può assumere la parola detta.

Radiomillevoci, pertanto, è anche una ricca antologia del parlato italiano che ha alimentato e alimenta ancora i diversi generi e formati radiofonici, e della sua straordinaria evoluzione: il parlato descrittivo e coinvolgente della radiocronaca, il parlato recitato della prosa e delle letture, il parlato etnico delle lingue e dei dialetti regionali e locali, il parlato religioso dei riti e delle cerimonie, il parlato retorico dei discorsi e delle allocuzioni, il parlato colloquiale, spontaneo o a ruota libera dei talk show, il parlato lirico e poetico, il parlato comico, il parlato militante, quello propagandistico e pubblicitario, il parlato politico, informativo, tecnologico, accademico, intimista e così via.

Veicolo, mezzo e messaggio, di ogni suono, di ogni parola, persino di ogni sillaba, che è possibile ascoltare o riascoltare attraverso Radiomillevoci, è stata sempre la radio, quella radio che il 6 ottobre del 1924 inaugurava in Italia il servizio nazionale di trasmissioni circolari. E da allora ogni giorno, come sostiene Roland Barthes “La radio prende molto da vicino il suono della parola e fa sentire nella loro materialità, nella loro sensualità, il respiro, l’increspato, la polpa delle labbra, tutta una presenza del muso umano (che la voce, la scrittura, siano fresche, morbide, lubrificate, finemente granulose e vibranti come il muso di un animale), perché riesce a trascinare lontanissimo il senso e a gettare, per così dire, il corpo anonimo dello speaker dentro al mio orecchio: qualcosa granula, crepita, accarezza, raspa, taglia: gioisce.” (Da “Il piacere del testo”, 1973). Le testimonianze raccolte da Radiomillevoci sono state suddivise in dieci aree tematiche che coprono a grandi linee la casistica degli eventi sonori verso i quali si è indirizzata l'indagine. All'interno di ogni area è poi possibile navigare per documento o in senso cronologico.
La rassegna proposta vuole quindi essere un panorama di voci che si estende attraverso un secolo e più e che costituisce la prima fase di una ricerca destinata a proseguire allo scopo di arricchire ulteriormente il numero di documenti in cui si articola.

In ogni caso, essa riesce a evidenziare le linee evolutive della comunicazione sonora quale si è definita nel corso del suo continuo affinamento. Addentrandosi e navigando fra le mille e più voci, oltre ad essere irresistibilmente attratti dal fascino di quella dimensione atemporale data dalla congiunzione fra passato e presente che si prova (ri)ascoltando certi documenti storici, si coglie l'essenza di quell'effetto ipnotico e di quello straordinario scatenamento dell'immaginazione che la parola o il suono trasmessi e uditi a distanza di tempo e di luogo possono evocare, che costituiscono uno degli elementi fondanti della comunicazione e, ormai, del linguaggio nella nostra civiltà.