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- DdS & RAI - CREDITI
INTRODUZIONE AL SITO In
uno dei suoi testi più emblematici, il romanzo
fantascientifico L'Eve future, pubblicato nel 1886, Villiers de
l'Isle-Adam introduce come personaggio di
fantasia l'inventore del fonografo Thomas
Alva Edison facendogli dire: Anche tra i rumori del passato quanti suoni misteriosi percepiti dai nostri antenati sono caduti per sempre nel nulla per mancanza di un apparecchio adatto a conservarli! Nessuno ai nostri giorni potrá mai avere un idea precisa del Suono delle trombe di Gerico, del Grido del toro di Falaride, della Risata degli auguri o del Sospiro di Memnone all'aurora. Voci morte, suoni perduti, rumori dimenticati, vibrazioni in moto nell'abisso oramai troppo lontane per essere riafferrate!" Pochi anni dopo, nel 1895, insieme al Cinema e al Fumetto, nasce la Radio e il sogno di Edison immaginato da Villiers de l'Isle Adam si è concretato in quell'era radiofonica e fonografica che oramai, dopo più di un secolo di vita, appartiene a tutti noi come esperienza e pratica quotidiana e ha radicalmente rivoluzionato il rapporto di ricezione del messaggio sonoro. La radio e il disco hanno fatto sì che i segnali rivolti alla percezione acustica potessero essere uditi in luoghi e in tempi diversi rispetto al tempo e al luogo della loro produzione consentendo così la formazione di un pubblico completamente nuovo, caratterizzato da questo diverso rapporto di fruizione. L'antologia di brani, frammenti, citazioni, frasi e battute proposta da Radiomillevoci intende costituire una testimonianza specifica di questo profondo mutamento della potenzialità e quindi sensibilità dell'ascolto e al tempo stesso la memoria di un immaginario sonoro collettivo del quale forse non siamo sempre del tutto consapevoli quando giriamo la manopola della nostra radio. In essa si trovano testimonianze che abbracciano tutto il Novecento fino a spingersi ai giorni nostri, recuperate attraverso i documenti sonori conservati presso gli archivi radiofonici della RAI e della Discoteca di Stato. Si tratta ovviamente di una selezione che non ambisce alla completezza, tenuto conto della straordinaria quantità di voci conservate presso le fonoteche dalle quali è stato attinto il materiale. I criteri di individuazione che hanno guidato la selezione del materiale sono essenzialmente di carattere qualitativo. Si è guardato cioè non soltanto all'importanza del personaggio o dell'evento ma alla varietà del messaggio parlato, alle mille inflessioni e alle mille sfumature che può assumere la parola detta. Radiomillevoci, pertanto, è anche una ricca antologia del parlato italiano che ha alimentato e alimenta ancora i diversi generi e formati radiofonici, e della sua straordinaria evoluzione: il parlato descrittivo e coinvolgente della radiocronaca, il parlato recitato della prosa e delle letture, il parlato etnico delle lingue e dei dialetti regionali e locali, il parlato religioso dei riti e delle cerimonie, il parlato retorico dei discorsi e delle allocuzioni, il parlato colloquiale, spontaneo o a ruota libera dei talk show, il parlato lirico e poetico, il parlato comico, il parlato militante, quello propagandistico e pubblicitario, il parlato politico, informativo, tecnologico, accademico, intimista e così via. Veicolo,
mezzo e messaggio, di ogni suono, di ogni parola, persino di ogni
sillaba, che è possibile ascoltare o riascoltare attraverso Radiomillevoci, è stata
sempre la radio, quella radio che il 6 ottobre del 1924 inaugurava in Italia
il servizio nazionale di trasmissioni circolari. E da allora ogni giorno,
come sostiene Roland Barthes “La radio prende molto da vicino il suono
della parola e fa sentire nella loro materialità, nella loro sensualità,
il respiro, l’increspato, la polpa delle labbra, tutta una presenza
del muso umano (che la voce, la scrittura, siano fresche, morbide, lubrificate,
finemente granulose e vibranti come il muso di un animale), perché riesce
a trascinare lontanissimo il senso e a gettare, per così dire, il
corpo anonimo dello speaker dentro al mio orecchio: qualcosa granula, crepita,
accarezza, raspa, taglia: gioisce.” (Da “Il piacere del testo”,
1973). Le
testimonianze raccolte da Radiomillevoci sono
state suddivise in dieci aree tematiche che coprono a grandi linee
la casistica degli eventi sonori verso i quali si è indirizzata
l'indagine. All'interno di ogni area è poi possibile navigare
per documento o in senso cronologico. In ogni caso, essa riesce a evidenziare le linee evolutive della comunicazione sonora quale si è definita nel corso del suo continuo affinamento. Addentrandosi e navigando fra le mille e più voci, oltre ad essere irresistibilmente attratti dal fascino di quella dimensione atemporale data dalla congiunzione fra passato e presente che si prova (ri)ascoltando certi documenti storici, si coglie l'essenza di quell'effetto ipnotico e di quello straordinario scatenamento dell'immaginazione che la parola o il suono trasmessi e uditi a distanza di tempo e di luogo possono evocare, che costituiscono uno degli elementi fondanti della comunicazione e, ormai, del linguaggio nella nostra civiltà. |